parrocchia cosa è - Parrocchia Bassano Romano

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PARROCCHIA
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parrocchia cosa è

LA  PARROCCHIA: COS'È?

La parrocchia appartiene a quell’insieme di segni attraverso i quali storicamente si comunica la fede cristiana nel contesto della convivenza civile.
Benché non abbia una identità  teologica  iure  divino,  rappresenta  una  “scelta pastorale”  teologicamente fondata: è un soggetto pastorale e canonico importante perché la Chiesa si costituisca quale segno storico della comunione degli uomini con Dio e degli uomini tra di loro.

Giovanni Paolo II lo ha richiamato, insistendo sulla sua radicazione territoriale: «se la parrocchia  è  la  Chiesa  posta  in  mezzo  alle  case  degli  uomini,  essa  vive  e  opera profondamente inserita nella società umana e intimamente solidale con le aspirazioni e i suoi drammi.

Spesso  il  contesto  sociale,  soprattutto  in  certi  paesi  e  ambienti,  è  violentemente scosso  da  forze  di  disgregazione  e  di   disumanizzazione:   l’uomo  è  smarrito  e disorientato,  ma  nel  cuore  gli  rimane  sempre  più  il  desiderio  di  poter  sperimentare  e coltivare  rapporti  più  fraterni  e  più  umani.
La  risposta  a  tale  desiderio  può  venire dalla  parrocchia,  quando  questa,  con  la  viva  partecipazione  dei  fedeli  laici,  rimane coerente  alla  sua  originaria  vocazione  e  missione:  essere  nel  mondo  ‘luogo’  della comunione  dei  credenti  e  insieme  ‘segno’  e  ‘strumento’  della  vocazione  di  tutti  alla comunione» (CFL 27). Don Primo Mazzolari ha detto: «nella parrocchia, la chiesa fa casa con l’uomo».Di  recente,  i  Vescovi  italiani –  nella  Nota  pastorale  Il  volto  missionario  delle parrocchie in un mondo che cambia – hanno opportunamente ribadito – nella Nota il loro  “si”  deciso  alla  parrocchia:  «il  futuro  della  Chiesa  italiana,  e  non  solo,  ha bisogno della parrocchia».

La parrocchia rappresenta «un bene prezioso per la vitalità dell’annuncio e della trasmissione del Vangelo», permettendo la concretizzazione del modello  di  «una  Chiesa  radicata  in  un  luogo,  diffusa  tra  la  gente  e  dal  carattere popolare»  (n.5).  Essa  è  «figura  di  Chiesa  semplice  e  umile»,  «Chiesa  di  popolo», vicina  alla  gente,  capace  di  abitare  i  territori  sui  quali  si  gioca  la  vicenda  umana  (n. 4).

Per la sua idoneità a permettere la tessitura di «rapporti diretti con tutti i suoi abitanti, cristiani  e  non,  partecipi  della  vita  della  comunità  o  ai  suoi  margini»  (n.  10),  la parrocchia incarna la possibilità del Vangelo di farmi prossimo a ogni uomo, con una “nuova  fantasia  della  carità”  (NMI,  n.  50),  interloquendo  con  tutti  gli  altri  soggetti sociali    del    territorio    e    mirando    alla    creazione    di    una    mentalità    ispirata evangelicamente, di un ethos cristiano che alimenti la cultura diffusa.
Da qui la sottolineatura della “via italiana” nella scelta di una Chiesa di popolo che al di  là di ogni rischiosa perfezione spirituale e organizzativa si  rivolga a tutti e  in tutti si sforzi di  radicare  un diffuso senso di Dio e un profondo senso cristiano della  vita: «per  mantenere  il  carattere  popolare  della  Chiesa  in  Italia,  la  rete  capillare  delle parrocchie costituisce una risorsa importante, decisiva per il legame degli italiani con la Chiesa cattolica» (n.11).

É la parrocchia del Concilio Vaticano II, secondo cui “la Chiesa  cammina  con  l’umanità  e  sperimenta  insieme  al  mondo  la  medesima  sorte terrena” (GS 40) .
La Chiesaha bisogno della parrocchia, come luogo dov’è possibile comunicare e vivere il Vangelo dentro le forme della vita quotidiana.La  parrocchia deve  essere  al  servizio  della  fede  delle  persone,  dei  piccoli  come degli  adulti,  da  raggiungere  nelle  dimensioni  degli  affetti,  del  lavoro  e  del  riposo, nella  quale  si  riconosce  il  ruolo  germinale  che  per  la  società  e  per  la  comunità cristiana  hanno  le  famiglie,  con  le  quali  condivide  in  maniera  forte  la  responsabilità educativa.Una  parrocchia  che  manifesti  la  dimensione  popolare  della  Chiesa,  che  sia  casa aperta  a  tutti,  che  si  prenda  cura  dei  poveri,  che  collabori  con  altri  soggetti  sociali  e con le istituzioni,che promuova cultura in questo tempo della comunicazione.

Una  parrocchia  che  viva  una  vera  “pastorale  integrata”  in  cui,  nell’unità  della diocesi, abbandonando ogni pretesa di autosufficienza, si collega alle altre parrocchie, con forme diverse(dai vicariati alle zone pastorali) valorizzando la vita consacrata e i  nuovi  movimenti.    Essa  è  chiamata  a  rendere  visibile  la  Chiesa  “radicata  in  un luogo”,  non  soltanto  in  senso  topografico,  ma  anche  (e  più) come  rapporto  con  la gente, le famiglie e il tessuto della società che vive e opera in un territorio.

Quando ci si chiede come mai la parrocchia sia la figura più conosciuta della Chiesa, la  risposta sta proprio  nel suo carattere di  vicinanza e di accoglienza [...] Quando  la parrocchia  cerca  diessere  “Chiesa  presente  tra  le  case  degli  uomini”  farà  bene  a tener  conto  che,  in  questo  modo,  fa  diventare  realtà  un  disegno  che,  prima  di  essere nostro,  è  di  Dio:  è  Lui  che  ha  pensato  di  prendere  dimora  negli  uomini,  e  non  solo l’ha  desiderato:  l’ha  fatto.  Bisogna    uscire  dalla  sacrestia  e  di  vivere  fino  in  fondo  i problemi,  i  rischi,  le  speranze  della    gente.

Dice San  Paolo,  "si  Deus  nobiscum,  quis contra nos?" (se Dio è con noi, chi sarà contro di noi?).Sono  scelte  che  lasciano  intravedere  l'immagine  di  una  Chiesa  che  ha  deciso  di essere  "debole  con  i  deboli",  di  stare  dalla  parte  degli  ultimi,  che  crede  nelle istituzioni, senza supplenze o logiche clientelari.Senza   supplenze   perché   la   Chiesa   non   deve   occupare   spazi   o   compiti amministrativi che non le competono.

Senza  logiche  clientelari,  ovvero  senza  prestarsi  alle  pressioni,  alle  richieste  di raccomandazioni .Una  Chiesa,  insomma,  che  si  cala  nella  realtà  del  territorio  e  dei  suoi  bisogni: questo è   il  banco  di   prova  di   una  testimonianza  che   vuole  essere   veramente evangelica.

E  se  la  Chiesa,  tutta  la  Chiesa, saprà  realizzare  questa  lezione,  allora    Essa,per davvero,  carica  della  forza  della  risurrezione,    assomiglierà    al  pizzico  di  lievito mescolato  a  quintali  di  farina...dove  i  quintali  di  farina  sono  le  migliaia  di  persone della parrocchia ancora lontane da essa.

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