natale - Parrocchia Bassano Romano

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natale

Il significato del Natale

Il Natale, dal latino "dies natalis": giorno della nascita.Ogni anno,  il  mondo, con  l'avvicinarsi degli  ultimi  giorni di dicembre,  festeggia,  nei modi  più  svariati,  dalle  luminarie  pubblicitarie  al  presepio  e  all'albero,  la  nascita  diCristoGesù.

Il significato cristiano della festa risiede nella celebrazione della presenza di Dio. Con la nascita di Gesù, Dio per i cristiani non è più infatti un Dio distante, che si può solo intuire  da  lontano,  ma  è  un  Dio  che  si  rivela  ed  entra  nel  mondo  per  rimanervi  fino alla fine dei tempi.Per quanto riguarda  la liturgia,  nella Chiesa latina  il  giorno di Natale è caratterizzato da quattro messe: la vespertina della vigilia, ad noctem (cioè la messa della notte), in aurora, in die (nel giorno).

Come tutte le solennità, il Natale ha una durata maggiore rispetto  agli  altri  giorni  del  calendario  liturgico  e  inizia  infatti  con  i vespri  della vigilia.Il  tempo  liturgico  del  Natale  si  conta  a  partire  dai  primi  vespri  del 24  dicembre,  per terminare  con  la  domenica  del Battesimo  di  Gesù,  mentre  il  periodo  precedente  al Natale  comprende  le  quattro  domeniche  di Avvento  e  dura  da  un  massimo  di  4 settimane (se il Natale cade di domenica) ad un minimo di 3 settimane più un giorno (se Natale cade di lunedì).

Nel  corso  dell'ultimo  secolo,  con  il  progressivo secolarizzarsi  dell'Occidente,  e  in particolar modo dell'Europa Settentrionale, il Natale ha continuato a rappresentare un giorno  di  festa  anche  per  i  non  cristiani,  assumendo  significati  diversi  da  quello religioso.  In  questo  ambito,  il  Natale  è  generalmente  vissuto  come  festa  legata  alla famiglia, alla solidarietà, allo scambio di regali e a Babbo Natale.

Con  tutti  questi  modi  paganeggianti,  entrati  ormai  nella  tradizione  civile  e religiosa, dobbiamo  dire  apertamente  che  si  è  degenerato  dalla  genuina  verità,  quella  che promana dalla Parola di Dio a questo riguardo. Innanzi  tutto,  precisiamo  che  laSacra  Scrittura  non  ci  ha  lasciato  alcuna  data cronologica  intorno  alla  Nascita  di  Gesù,  per  cui  il  25  dicembre  non  è  da  ritenersi come il "dies natalis" delSignore.Fin  dai  primi  secoli,  i  cristiani  svilupparono  diverse tradizioni,  basate  anche  su ragionamenti teologici.

Questi  fissavano  il  giorno  della  nascita  in  date  diverse,  tanto che il filosofoClemente Alessandrino (150-215 d.c.) annotava in un suo scritto: Non si contentano di sapere in che anno è nato il Signore, ma con curiosità troppo spinta vanno a cercarne anche il giorno (Stromata, I,21,146).Dalla  mitologia  si  rileva  che  il  25  dicembre  i  pagani  iniziati  ai  misteri  di  Mitra celebravano  la  festa  del  natale  del  "Sol  invictus".

Questo  culto  idolatra  al  dio  Sole, l'eliolatria, fu l'ultima forma ereditata dal paganesimo romano.L'imperatore Aurelio diede ad essa una consacrazione ufficiale, erigendo in suo onore untempio favoloso, mentre fissava la solennità di quel dio al solstizio d'inverno, cioè al 25 dicembre.

Quando però l'imperatore Costantino si convertì al cristianesimo, fu necessario fare di quella  data  non  più  il  "dies  natalis"  dell'  astro  del  giorno,  bensì  il  "dies  natalis"  di Colui  di  cui  l'astro  era  soltanto  il  simbolo  nel  cosmo. Così  ebbe  inizio  il  Natale  del Signore.Ciò  premesso,  senza  voler  dar  troppo  peso  alla  data  del  25  dicembre  o  ad  un'altra qualsiasi,  un  fatto  è  certo:  che  il  Signore  Gesù  è  veramente  venuto  su  questa  terra.

L'apostolo  Paolo  scrive: "Quando  giunse  la  pienezza  dei  tempi,  Iddio  mandò  il  suo Figliuolo., nato di donna, nato sotto lalegge" (Galati 4:4). La  sua  incarnazione  aveva  uno  scopo  ben  preciso,  e  la  Sacra  Scrittura  ce  lo  rivela dicendo: "Per   riscattare   quelli   che   erano   sotto   la   legge,   affinché   ricevessimo l'adozione di figliuoli" (Galati 4:5). Cristo,  quindi,  si  è  veramente  incarnato,  fattouomo.

Qualcuno  potrebbe  chiedersi, perché egli ha fatto questo? Che bisogno c'era che ilFiglio di Dio rivestisse la nostra fragile natura umana? La  risposta  la  troviamo  alle  origini  dell'uomo,  quando,  dopo  la  caduta  dei  nostri progenitori,  Dio  apostrofa  il  seduttore  dicendo  che  la  progenie  della  donna,  cioè Cristo, ilSalvatore, gli avrebbe schiacciato il capo (Genesi 3:15).

Cristo,  infatti,  dice  la Scrittura,  ci  ha  affrancati  dalpeccato,  dalla  maledizione  della legge  e  dallamorte, "avendo  cancellato  l'atto  accusatore"  attraverso  il  suo  sacrificio sullacroce del Golgota (Romani 6:18 ; Galati 3:14 ; Colossesi 2:14). La nascita di Cristo  in questo  mondo, pertanto, segna  l'apice dell'amore di Dio  verso la sua creatura, l'uomo.Gesù "annichilì se stesso, prendendo forma di servo e divenendo simile agli uomini", "...essendo  ricco  si  è  fatto  povero  per  amor  nostro,  perché  mediante  la  sua  povertà, noi potessimo diventar ricchi" (Filippesi 2:7 ; Corinzi 8:9).

La sua apparizione, inoltre, su questa terra, ha avuto lo scopo di "distruggere le opere deldiavolo" (Giovanni 3:8 ; Genesi 3:15). Ecco,   in   breve,   il   vero   significato   del   Natale,   se   si   vuole   restare   coerenti all'insegnamento della Parola di Dio. Il ricordo del Natale di Cristo non deve essere un'occasione per gingillarsi, come fa la bambina  con  le  sue  bambole,  e  neppure  per  ridimensionare  la  statura  di  Gesù, riducendolo  ad  un  neonato  inerme  che  si  lascia  trastullare  come  fosse  un  balocco.

La   nascita  di  Cristo,   invece,  è  ben  altra  cosa,  per  cui  dovremmo  esaminarci seriamente  e  chiederci:  "Perché  Cristo  è  venuto  su  questa  terra?  Perché  ha voluto rivestire  la  nostra  umanità?  Ha  egli  ancora  un  significato  per  me?";  e  alla  luce  della Sacra Scrittura, ripetere con l'apostolo Paolo: "Cristo Gesù è venuto in questo mondo per salvare i peccatori, dei quali io sono il primo" (Timoteo 2:15 ).

Se noi arriviamo a comprendere questo, se crediamo in tal modo all'amore che Cristo ha avuto per noi nel suo abbassamento, allora ogni volta che noi festeggeremo il suo Natale, ci sentiremo attratti sempre più verso di Lui. Cristo è venuto su questa terra "per salvare ciò che era perduto" (Luca 19:10 ).

Non fermiamoci, amici, alla mangiatoia, ma percorriamo con la nostra mente tutta la vita di  Cristo;  contempliamolo  nell'atto  supremo  del  suo  sacrificio  sulla  croce; ricordiamo  la tomba  vuota, quando  Egli risuscitò  trionfante  vincitore sulla  morte, ed ora adoriamolo assiso alla destra del Padre mentre intercede del continuo per noi.

Non  aspettiamo  che  ogni  anno  ritorni  questa  festività  per  essere  richiamati,  ma  ogni giorno il nostro pensiero sia rivolto al Cristo, che ben presto ritornerà, non più sotto la debole    forma   di   servo,    ma    nella    maestosità   della   sua   potenza   e   gloria. Possa  perciò  il  Natale  di  Cristo  ravvivare  la  tua  fede,  riaccendere  la  tua  speranza  ed accrescere il tuo amore verso il tuo unico Salvatore.

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